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joanne..
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Holland- ero in ritardo, di nuovo. Non ci potevo credere, la mia vita era un costante ritardo. Non ero in grado di fare le cose a tempo debito e con calma, no, facevo sempre tutto all'ultimo e in fretta. Quella mattina accadde ciò che accadeva praticamente ogni giorno: sveglia alla solita ora, colazione, troppo tempo perso a sistemare i capelli ormai troppo lunghi per essere gestiti in un tempo accettabile, trucco veloce da finire di sistemare in treno. Ovviamente una volta uscita ero dovuta tornare in casa - perchè scordavo sempre qualcosa - quella mattina si trattava dell'ombrello senza il quale avrei rischiato troppo viste le nuvole minacciose all'orizzonte. Una volta salita in macchina mi ero resa conto di essere in ritardo, forse avrei dovuto considerare l'idea di impostare la sveglia almeno venti minuti prima.
Arrivata finalmente in stazione avevo giusto un minuto di tempo per salire sul treno, ero sicura che fosse già arrivato. Per questo motivo strinsi la borsa nella mano e iniziai a correre verso il solito binario, maledicendo la mia lentezza nel prepararmi. Odiavo correre.. -
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Aaron- A differenza delle altre mattine, quel giorno non sentii suonare la sveglia. Il che era assurdo, ero un ragazzo puntuale, ma la sera prima Lucas aveva fatto baccano rientrando in casa e avevo fatto fatica a recuperare il sonno. Così, mi alzai di fretta preparandomi nel giro di dieci minuti: doccia veloce, vestiti e via. Grazie al cielo avevo lasciato gli strumenti all'accademia, un peso in meno da portare, così uscii dall'appartamento velocemente e mi diressi in stazione di corsa, viaggiando in auto superando anche il limite di velocità. Una volta giunto in stazione scesi le scale velocemente, lanciando fugaci occhiate all'orologio: meno di un minuto! Aumentai il passo spedito, che si trasformò in una vera e propria corsa sentendo il rumore del treno in arrivo, e proprio mentre lanciavo un altro sguardo all'orologio non mi accorsi di avere una ragazza in traiettoria, anche lei di corsa, così le andai addosso facendo finire a terra lei, e cadendo anche io stesso. Accidenti... borbottai toccandomi la fronte, affrettandomi subito ad avvicinarmi a lei notando la borsa rovesciata. Ti sei fatta male? . -
joanne..
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Holland- devo ammettere che il mio equilibrio non era mai stato dei migliori, ma scontarmi con qualcuno non fu di certo di aiuto. In realtà non me ne resi conto finchè non sbattei il sedere per terra, e anche allora ci misi un po' a capire la dinamica della situazione. Non avevo visto il ragazzo perchè ero concentrata sulle porte del treno e nella mia testa continuavo a ripetermi 'non chiudetevi, non chiudetevi, non chiudetevi' e poi fui praticamente scaraventata a terra. Mi lamentai, diedi un'occhiataccia al ragazzo ma ignorai totalmente le sue scuse quando mi accorsi che la mia borsa era rovesciata. Oh, no.. Nonono. Non potevo perdere il treno per una cosa del genere, era incredibile! Mi affrettai a raccogliere il contenuto della borsa il più velocemente possibile e non ero nemmeno a metà che sentii il treno fischiare e alzando lo sguardo lo vidi partire. Guardai ciò che avevo in mano con un smorfia, lanciando un'altra occhiata al ragazzo, prima di raccogliere il resto delle cose con molta più calma, tanto avevo un'ora di tempo. . -
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Aaron- Non appena sentii il fischio del treno sollevai il capo, vedendo così le porte chiudersi e il treno partire. Maledizione. Emette un sospiro, grattandosi la nuca quasi distrattamente prima di voltarsi verso la ragazza, visibilmente scocciata. Sono mortificato, lascia che ti aiuti boffonchiai quasi impacciatamente, cominciando a raccogliere alcune delle sue cose e soffermandomi per qualche istante su un paio di pennelli. Che andasse anche lei all'accademia d'arti? Non pensai troppo e non chiesi nulla, non volevo apparire come lo stalker che non ero, mi limitai a raccogliere alcune cose inserendole nella sua borsa, inumidendomi le labbra velocemente per poi alzarmi da terra, tendendole una mano. . -
joanne..
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Holland- il ragazzo si offrì di aiutarmi e io ero troppo nervosa per dire qualcosa, non ero una persona cattiva, non volevo aggredirlo perchè mi sarei rivelata una persona acida che non ero. Così rimasi in silenzio, e lo lasciai fare. Una volta ficcate le ultime cose nella borsa, lui si alzò e mi porse la mano. La guardai per un'istante, ma alla fine decisi di rifiutarla, alzandomi da sola. Ero perfettamente in grado di farlo, non vedevo il perchè di farmi aiutare da lui. Grazie. Mormorai alla fine passandomi la mano sulla gonna. Ovviamente per il treno. Tenni a precisare, aggiungendo un breve sorriso alla fine. Per il treno successivo avrei dovuto aspettare un'ora, ma il problema è che avrei perso l'incontro mensile con un'artista delle arti figurative, ero davvero curiosa di sapere di chi si sarebbe trattato quella volta. . -
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Aaron- La ragazza si rifiutò di afferrare la mia mano, gesto del tutto comprensibile, seppur mi fece sentire ancora più mortificato. Sbattei un paio di volte le mani sui jeans, alzando poi il capo e soffermandomi sulla sua figura quando parlò, schiudendo appena le labbra. Sì, mi sentivo decisamente colpevole, anche se in fondo anche io avevo perso il treno per via di quello scontro, e per darle una mano; ora, dovevo aspettare un'altra ora. Ti chiedo scusa, di nuovo dissi sospirando, passandomi una mano vicino all'attaccatura dei capelli, guardandomi poi intorno. Mi cadde lo sguardo sul bar, così riportai l'attenzione su di lei. Posso, uhm... offrirti un caffè per scusarmi? . -
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Holland- non mi piaceva far sentire le persone in colpa, ma non potevo evitarlo in quel momento, ci tenevo davvero a quella conferenza. Ormai però dovevo accettare che avrei dovuto aspettare un altro mese e mettermi l'anima in pace. Però il ragazzo mi offrii un caffè, per rimediare, e l'idea non mi dispiacque. Tanto non avevo altro da fare, se non sedermi sulla panchina e guardarmi le mani per un'ora di fila. Se non hai di meglio da fare, va bene. Risposi accennando un sorriso e riposizionando la borsa sulla spalla. Devo dire che era davvero gentile. . -
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Aaron- Non appena pronunciò quelle parole sollevai appena gli angoli delle labbra in un piccolo sorriso soddisfatto, okay, aveva accettato, forse non mi aveva lanciato le peggio maledizioni allora. Mi inumidii le labbra velocemente e le feci un cenno col capo di seguirmi, sistemandomi la cartella a tracolla per poi infilare le mani nelle tasche dei jeans, incamminandomi verso il bar al suo fianco. Una volta entrati non c'era fila, le persone erano già sedute ai tavoli, così mi avvicinai al bancone, e dissi Per me un doppio caffè con schiuma, e per lei... mi girai verso di lei col capo, aspettando che aggiungesse anche la sua ordinazione mentre, nel contempo, tirai fuori il portafogli dalla cartella. . -
joanne..
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Holland- seguii il ragazzo in silenzio in silenzio verso il bar. Sì dai, non mi dispiaceva rimanere un po' di tempo con lui. Per prima cosa sembrava un bravo ragazzo e poi non era affatto male esteticamente. Non che stessi pensando a lui in quel modo! Comunque mi faceva sempre piacere conoscere nuove persone, il modo forse non era stato dei più gradevoli ma me n'ero fatta una ragione. Ascoltai la sua ordinazione e mi toccai il collo quando toccò a me scegliere. Mhm.. Caffè al ginseng. Dissi poi. Avevo già fatto colazione ma non potevo dire di no al caffè. . -
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Aaron- Mi voltai verso la ragazza dietro al bancone, che aveva accuratamente preso entrambe le ordinazioni ed accennai un sorriso gentile, porgendole una banconota da cinque Tieni il resto dissi, prima di sistemare nuovamente il portafogli nella tasca. Nel giro di un minuto preparò entrambi i caffè, e nell'attesa mi voltai verso la rossa, inclinando il capo Io sono Aaron, comunque. Mi dovetti voltare a prendere entrambi i caffè pronti, poggiati dalla barista sul bancone una volta pronti, e li presi entrambi in mano. . -
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Holland- mi passai una mano tra i capelli in attesa che i caffè fossero pronti, e nel frattempo il ragazzo mi porse il suo resto. Scherzi? Non mi sono fatta niente, un caffè può bastare. Assicurai accennando un sorriso. No, non avrei accettato del denaro, non era da me. Dico davvero. Ribadii annuendo. Dopodiché il ragazzo si presento. Aaron, bel nome. Sono Holland. Risposi cordialmente. I caffè arrivarono dopo poco e Aaron li prese entrambi, sorrisi appena e mi spostai con lui verso un tavolino. Allora.. non rischi di perdere il tuo treno se resti qui? Chiesi sedendomi. . -
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(il resto era per la ragazza DIETRO al bancone, idiota......) Aaron- Accennai un sorriso e presi entrambi i caffè, dirigendomi poi insieme alla ragazza — Holland, per l'esattezza — verso il tavolino. Una volta raggiunto tolsi la cartella, che posai sotto la sedia prima di scuotere la testa un paio di volte alla sua domanda Il prossimo treno è tra un'ora, non c'è pericolo risposi portando lo sguardo su di lei, accennando un sorriso mentre allungai una mano per afferrare la bustina di zucchero. . -
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(aaaah AHAHAHAHAH infatti non aveva senso ahahah, vabbè, eclissiamo ahaha)
Holland- non appena Aaron mi resi conto che doveva prendere il mio stesso treno. Era evidente quindi che era di fretta per quello, proprio come me, dunque non potevo addossargli tutta la colpa. Era anche il tuo treno, vero? Mi dispiace.. Mormorai arricciando involontariamente il naso per un istante. Versai lo zucchero nel caffè e lo girai per un paio di secondi. Allora ci aspetta una bella ora insieme. Conclusi con un sorriso dando il primo sorso.. -
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Aaron- Alle sue parole non riuscii a fare a meno di accennare ad una lieve risata, scuotendo appena il capo mentre si versa lo zucchero nella propria tazzina. Già Dissi annuendo, prendendo poi la tazzina e feci un sorso. Ripensai ai pennelli che le erano caduti dalla borsa, così, dopo essermi inumidito le labbra, chiesi con fare tranquillo Per caso vai all'accademia d'arti? . -
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Holland- sorrisi appena, anche se nascosta dalla tazza, alla sua lieve risata. Quel ragazzo mi infondeva tranquillità. Passai la lingua sulle labbra dopo aver bevuto per avere la sicurezza che fossero pulite e poi arrivo la sua domanda. Lo guardai annuendo leggermente. Esatto. Risposi con un sorriso chiedendomi solo poi come avesse fatto a indovinare, voglio dire, ci sarebbero potuti essere tantissimi motivi per cui stessi andando in città. Dopo un breve ragionamento mi ricordai della birsa rovesciata e di lui che mi aveva aiutato a mettere a posto, tra le altre cose, i pennelli. Oh i pennelli.. Immagino che tu sia un bravo osservatore. Mormorai soppesando la tazza tra le mani. .
